PRIMI DUBBI SU MARCOLANA, GIA’ SVANITO L’EFFETTO PRIMAVERA. I timori dei lavoratori
dall'articolo apparso sul Quotidiano del 30 Settembre 2011 riproduzione riservata
di Nicola NATALE
Alla fine della presentazione del nuovo investitore. Di fronte da sx il dr. Barontini del Gruppo Marcolana ed il dr. Fois del Gruppo Miroglio |
Un momento della presentazione a Bari con (da sx) il Dr. Fois, il vicepresidente della Regione Puglia Loredana Capone ed il Dirigente Regionale dello Sviluppo Economico Davide Pellegrino |
Marcolana, il
gruppo tessile pratese e i restanti 175 cassintegrati della Miroglio. Non c’è
stato nemmeno il tempo di gioire del salvataggio in extremis di quel che resta
della gloriosa Filatura e Tessitura di Puglia che dubbi e malumori hanno già
iniziato a serpeggiare tra i tanti quarantenni privati del loro posto di lavoro
in C.da Girifalco da ormai due anni e mezzo. A gelare nuovamente l’aria di
primavera sono state le notizie diffuse dal Tirreno on line edizione di Prato
sui ritardati pagamenti degli stipendi dei dipendenti pratesi del Gruppo ma
soprattutto le dichiarazioni che lo stesso Andrea Barontini, vicepresidente del
Gruppo, avrebbe rilasciato il 28 Settembre a chi gli chiedeva del nuovo
investimento in Puglia. «Abbiamo soltanto sfiorato l'argomento, parlando della
situazione dello stabilimento - dice Barontini - ma io non ho fatto alcuna
offerta. Certo, ho solo detto che quella proposta poteva essere interessante
per spostare la produzione che Marcolana ha in Bulgaria e riportarla in Italia.
Ma l'azienda di Prato, in questa partita, non c'entra niente». Apriti cielo.
Tanto è basato poiché i Miroglini si autoconvocassero presso il Teatro pubblico
Alcanices martedì 4 Ottobre assieme ad i loro rappresentanti sindacali. Insomma
i lavoratori sciorinano dubbi sul perché Marcolana dopo aver delocalizzato in
Bulgaria torna in Italia, sui tempi e difficoltà di autorizzazione di una
tintoria, sulle conseguenze giuridiche ed economiche del passaggio da
cassintegrati Miroglio a neodipendenti Marcolana, sulla effettiva possibilità
per il Gruppo di spostare i macchinari dalla Bulgaria in Italia, sulla stessa credibilità
finanziaria del Gruppo Marcolana. Forse troppe domande per un investimento
grande, complesso e soggetto ancora a mille variabili, anche se presentato in
pompa magna. In verità avevano già iniziato i sindacalisti Leone, Galliano e
Massafra a mettere i puntini sulle i per quanto riguarda il rischio che la
cassa integrazione si trasformasse in mobilità senza alcuna garanzia di
riassunzione per i lavoratori, in diretta violazione degli accordi del 5 Marzo
2009 presi presso il Ministero dello Sviluppo Economico a Roma che prevedeva la
ricollocazione di tutti i lavoratori. Allora il salvatore portava il nome di
Intini poi defilatosi sembra per ragioni legate all’ammontare dei finanziamenti
concessi per la riconversione.
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