TAVOLO VERDE A CASTELLANETA: "STRANE MANOVRE ATTORNO ALLE AZIENDE ALL’ASTA".
Tavolo verde. La conferenza stampa del 6 marzo 2014 a Castellaneta. |
di Nicola NATALE
Aziende agricole
all’asta. E strane macchinazioni dopo la fissazione dei prezzi minimi di
acquisto.
In pratica qualcuno si presenta all’imprenditore indebitato e gli
dice che dietro il pagamento di una piccola somma è possibile far recedere l’acquirente.
Altrimenti si può già dire addio all’azienda ed a ogni possibile speranza di
riaverla.
E’ ancora una volta il tavolo verde di Pietro Parisi e Paolo Rubino a
denunciare il fenomeno che rischia di far passare di mano decine di aziende
agricole e consegnarle a gente di pochi scrupoli.
Perché se è vero che i
creditori devono pure essere pagati, d’altra parte è sotto gli occhi di tutti
che la politica agricola comunitaria ha messo fuori gioco le coltivazioni
joniche.
A parlare ieri (6 marzo) presso il caffè nomine rosae di Castellaneta sono stati
Rachele Ciardo, Michele Covella, Nicola Bruno, Giovanni Basile ed ancora altri imprenditori
agricoli che per una serie di motivi sono stati travolti dalla crisi.
Crisi che
l’agricoltura ha subito prima degli altri settori, con prezzi sulla pianta che
hanno iniziato a declinare già dai primi degli anni ’90.
Una discesa inarrestabile, solo
a tratti interrotta, da eventi occasionali che alzavano il prezzo di alcune
produzioni in particolari annate.
Senza che questo però riuscisse ad appianare le
perdite accumulate in anni di deregolamentazione del settore.
Sarebbero circa
cinquecento in provincia di Taranto le aziende presenti nella sezione
fallimentare del tribunale di Taranto. E senza un opportuno ed approfondito
controllo sulla provenienza dei capitali impiegati nell’acquisto all’asta “c’è
il rischio concreto non solo di infiltrazioni criminali ma anche di problemi di
ordine pubblico”.
La disperazione di chi ha vissuto dalla terra e per la terra
è tangibile.
Anche perché questi piccoli agricoltori non saprebbero dove
andare, come riciclarsi, senza contare che psicologicamente non aver saputo
difendere la terra molto spesso ereditata, è devastante.
Una manifestazione di agricoltori ad Asciano, nel cuore delle crete senesi, nel febbraio del 2013*. |
Per questo il tavolo
verde voluto allertare istituzioni e forze dell’ordine, invitandoli a porre
nella massima attenzione a quanto sta accadendo in provincia di Taranto. “Se
determinati soggetti entrano nel tessuto sociale ed economico dell’economia
jonica, le cose potrebbero addirittura peggiorare, con la consegna di un
settore delicatissimo e vitale come le produzioni alimentari alla criminalità”.
Il senso della conferenza era anche lanciare una proposta all’Ismea, l’istituto
di servizi per il mercato agricolo ed alimentare. Questo istituto dovrebbe
rilevare gran parte delle imprese e consentire agli imprenditori di pagare il
debito in trent’anni rimanendo in possesso della propria azienda. Il messaggio da
inviare ai produttori agricoli, parte importantissima e vitale di questa
provincia chiarisce Paolo Rubino assieme a Giovanna Capriulo “è che non sono
soli”.
Il tavolo verde continuerà ad incontrare altri agricoltori presso
Castellaneta, Palagianello e
Palagiano, comuni che come tutti stanno subendo la mancanza di una voce
fondamentale di reddito come quello agricolo.
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