64 IMMOBILI SGOMBERATI. 8 VIE DEL CENTRO STORICO OFF LIMITS. Le conseguenze del crollo di Via Matrice.
Via Burrone, la via di accesso allo scenario della passio christi ostruita dalle macerie (foto gianluca catucci) |
di Nicola NATALE
Sconcerto,
disillusione, rabbia, ma anche voglia di ripartire. E una marea di polemiche. Questi
i sentimenti più diffusi tra i ginosini all’indomani del crollo di un intero
costone della gravina. Crollo che ha portato con sé un’abitazione e parte del
piano stradale di via matrice. Tutto il tratto compreso tra i civici 79 e 109. Un
cumulo enorme di macerie che ha lasciato intatta solo la fontanina
dell’acquedotto pugliese posta all’inizio di via burrone, quella percorsa
innumerevoli volte per andare a vedere la passio christi, rappresentazione che
da 40 anni si tiene nella gravina di casale.
Anche le cantine di via burrone,
la via sottostante via matrice (più avanzata e più in basso rispetto all’alveo
della gravina) sono collassate.
Di fronte ad un tale sconquasso, e con una
tragedia fortunosamente evitata, l’amministrazione comunale e la struttura
tecnica competente (c.o.c.) hanno reagito prontamente emanando un’ordinanza che
porta la data di ieri, martedì 21 gennaio, giorno del crollo. 64 immobili tra
abitazioni, rimesse e cantine sono state completamente vietate all’uso, anche
momentaneo. Un’ordinanza di sgombero in piena regola che coinvolge 8 vie
(Matrice, Largo Cortina, Ellera, Burrone, Vico Storto, Via Bacco, Via
Carrozzoli, Vico Vapore) ed anche alcune zone limitrofe.
Fin troppo chiara la
motivazione dell’ordinanza che tende a preservare “la pubblica e privata
incolumità nelle more della esecuzione di tutti gli accertamenti tecnici atti a
verificare le condizioni statiche del quartiere”. Anche perché “la complessità
e l’estensione del fenomeno franoso, nonché le innumerevoli cavità sotterranee
presenti” non mettono certo tranquillità e bisogna verificare centimetro per
centimetro cosa è accaduto alla gravina di Ginosa, una delle più vaste
dell’intero comprensorio. Preoccupazione ed ansia tra gli abitanti che si sono
dovuti trasferire e lo hanno fatto senza proteste, rendendosi conto della
serietà della minaccia, pur in zone abitate da sempre e che costituiscono il
cuore stesso della Ginosa storica.
Cinque tra bed and breakfast e case-vacanza e un agriturismo di Ginosa hanno dovuto accogliere come da ordinanza le famiglie interessate dallo sgombero: non se conosce al momento il numero, forse una trentina.
Numerosi gli incoraggiamenti piovuti da ogni dove ed indirizzati anche al primo cittadino Vito De Palma, trovatosi a gestire in due anni e mezzo di mandato, l’alluvione epocale del 7 ottobre 2013, le piogge alluvionali del 1° dicembre e gli strascichi, ancora non del tutto risoltisi dell’alluvione di Marina di Ginosa del marzo del 2011.
Numerosi gli incoraggiamenti piovuti da ogni dove ed indirizzati anche al primo cittadino Vito De Palma, trovatosi a gestire in due anni e mezzo di mandato, l’alluvione epocale del 7 ottobre 2013, le piogge alluvionali del 1° dicembre e gli strascichi, ancora non del tutto risoltisi dell’alluvione di Marina di Ginosa del marzo del 2011.
Chiaramente ora tutta l’attenzione si
sposta sulle eventuali responsabilità del disastro. Responsabilità che dovranno
essere acclarate da un’indagine della procura della Repubblica secondo
l’avvocato Antonella Rizzi, legale della signora Antonaci proprietaria
dell’immobile coinvolto dal crollo del piano stradale di via Matrice.
L’avv.
Rizzi un’ora e mezza prima del crollo aveva depositato in Comune una lettera
urgentissima in cui accusava l’ente comunale di aver avuto un comportamento
“silente e dolosamente omissivo” rispetto all’intera vicenda statica di via
Matrice.
Una via che, va detto, si regge sulle volte di innumerevoli cantine
scavate da tempo immemore e da cavità presenti dalla notte dei tempi. Una
situazione che è un campo enormemente stimolante per geologi ed archeologi ma
rappresenta un vero incubo per gli amministratori che aspettavano una relazione
tecnica che gli indicasse gli
interventi più appropriati.
Interventi peraltro difficili da realizzare ma
decisivi ai fini dell’utilizzo di un’asse viario fondamentale qual è quello di
via matrice, di cui si conosceva da tempo la fragilità.
Sotto accusa insomma ci
sono i tempi di intervento e i lavori effettuati in altre parti del quartiere
storico che avrebbero sovraccaricato e aggiunto sollecitazioni eccessive al
delicato asse viario. Ma questo attiene ai risvolti legali del crollo.
Mentre gli
interrogativi si spostano tutti al dopo, a quanto tempo durerà l’inibizione
dell’area e se ci saranno ulteriori crolli o situazioni di pericolo. E’ in
gioco la valorizzazione ed il futuro dell’intera gravina di Ginosa, ma anche il
futuro delle attività di chi nella valorizzazione della gravina ci ha creduto
davvero.
Come Angelo Inglese, lo stilista-imprenditore che ha ricevuto tra i
tanti la solidarietà di Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente.
Non ci resta che “riemergere come un popolo di formiche” ha scritto facendo suo
il pensiero di tanti che nella gravina di Ginosa, nonostante tutto vedono il
futuro.
Ginosa, crollo in via Matrice. Quotidiano di Puglia del 23 gennaio 2013 |
Ginosa, crollo in via Matrice. Quotidiano di Puglia. |
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