L’ADDIO A ROSSELLA CON UNA COLOMBA BIANCA

Rossella Pignalosa
QUOTIDIANO DI PUGLIA 10 OTTOBRE 2013

di Nicola NATALE

GINOSA - Gesù risorto, la parrocchia dove si celebra il funerale di Rossella Pignalosa, è stracolma. 
Al lutto cittadino proclamato dall’amministrazione comunale partecipa una piccola folla, sono tantissimi quelli che partecipano al corteo funebre  aspettando lungo via Montescaglioso e poi su per via Matera.  
Già dalle quindici la gente vuole dare l’ultimo saluto a questa ragazza di 32 anni che non molti conoscevano, ma di cui tutti hanno apprezzato la discrezione, bene raro nella società dell’apparenza a tutti i costi. 
Una ragazza bella dentro e fuori” commenta addolorato uno dei suoi amici di comitiva. 
Rossella, ci sia consentito chiamarla per nome, aveva tanti amici che in ogni modo hanno espresso il loro dolore. 
Già dal giorno prima, quando piccole comitive hanno compiuto il mesto pellegrinaggio alla casa bianca e rosa adagiata sul fondovalle della collina Cignano, a due passi dallo stadio Teresa Miani. 
L'arrivo del corteo funebre
Il dolore è discreto, composto, eppure incomprimibile nell’aria calda e umida del pomeriggio del suo funerale, dove beffardo è ricomparso il sole. 
Ed è alla natura che ha fatto riferimento il vescovo Pietro Maria Fragnelli nel concelebrare la messa con tutti i preti della comunità parrocchiale ginosina. 
Al rispetto che dobbiamo ad essa come creazione divina, alla gratitudine per le meraviglie che sa donarci come predicato da san Francesco, ma anche ai terribili insegnamenti che questa volta ha voluto impartire.
Insegnamenti che "non vanno ricondotti ad una volontà divina di punire l’uomo, bensì all’unica volontà di educarlo sempre all’amore ed alla solidarietà". 
C’è davvero da sperare che Rossella sia stata accolta in un mondo migliore, in un mondo più giusto di quello che lascia. 
Al funerale, officiato anche dal neo parroco di Gesù Risorto don Giuseppe Bernalda, partecipano padre Gilberto Magni che l’ha preceduto, don Rocco Martucci, padre Domenico Di Liberatore e padre Luigi Colleoni. Non mancano le autorità civili e militari: dal presidente del consiglio regionale Onofrio Introna ai sindaci dei comuni vicini, colpiti anch’essi sia pure in misura minore.
Per Laterza, il sindaco Gianfranco Lopane e per Castellaneta il vicesindaco Alfredo Cellamare. Con loro anche i vertici provinciali e territoriali di carabinieri, guardia di finanza e protezione civile.
Non poteva mancare mancare il sindaco Vito De Palma con buona parte del consiglio e della giunta comunale. 
Istituzioni consapevoli forse che, in questa tragedia che presenta un bilancio amarissimo e che nessuno avrebbe creduto possibile fino alla tragica evidenza di oggi con altri tre funerali da celebrare, c’è bisogno di uno Stato che riprenda appieno il suo ruolo. 
Poi la cerimonia breve e solenne, interrotta da molti pianti sommessi e continui finisce e la bara esce lenta. 
Dietro, prostrati dal dolore il papà Domenico, la mamma Caterina Sergio, le sorelle Flora e Annalisa con i loro fidanzati. 
Un addetto al servizio funebre piazza un cesto sulla bara. 
Dentro, quasi nascosta, c’è una colomba bianca. Sta lì per un po’, non vuole staccarsi, si guarda intorno. 
Poi vola, finalmente libera.

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