CASTELLANETA/ELEZIONI MAGGIO 2012 GIUSEPPE ROCHIRA: "SONO UN PRODOTTO NUOVO. GLI ALTRI SCADUTI O RICICLATI"
di Nicola NATALE
Giuseppe Rochira, il candidato sindaco che ha tentato di scompaginare la divisione destra-sinistra |
Resiste
imperterrito Giuseppe Rochira, 50 anni, agronomo ed imprenditore agricolo,
nella sua campagna elettorale con il “Patto per la Città”. Stretto tra due
candidati sindaci che hanno dallo loro rispettivamente 8 liste (Gugliotti) e 6
liste (Loreto). A dimostrazione che nella politica contano soprattutto i numeri
prima che le idee. Rochira tuttavia non è un Grillo poiché dalla sua ha
esperienza amministrativa (consigliere comunale uscente ed assessore
all’agricoltura nelle passate amministrazioni) e per nulla i toni del demagogo.
Ma sentiamo cosa dice direttamente.
Lei ha cercato di far dialogare destra e
sinistra. Cosa dire a chi è sospeso tra Gugliotti e Loreto?
Io sono la
novità e il rinnovamento, lo ribadisco. Siamo tutti liberi e libereremo il
paese da una cappa che c’è stata e che c’è tra mestieranti della politica e
replicanti.
Invece voi…
Intanto noi
abbiamo solo tre liste. Una di centrodestra, una di sinistra e una civica.
Tutte persone giovani e solo tre consiglieri comunali. Dall’altra parte un mare
di candidati cercano di sopperire alla staticità dell’offerta politica. Tra
l’altro non creano un clima di serenità come dicono poiché già nelle famiglie
stanno litigando: alcune hanno
due, tre candidati non sanno come fare.
Cosa nota di diverso in questa campagna
elettorale?
Niente, nella
maniera più assoluta. La solita campagna elettorale, c’è la proposta del
centrodestra e quella del centrosinistra. Quest’ultimo si ripresenta con Rocco
Loreto per la sesta volta consecutiva, Gugliotti si ripresenta con la stessa
squadra attuale, cambia solo il candidato sindaco. Loreto ha governato,
Gugliotti pure, la gente li conosce. Se li paragoniamo ad un prodotto del
supermercato su uno scaffale, sono
l’uno un prodotto scaduto, l’altro un prodotto riciclato con una confezione
luccicante, nuova. Noi siamo un prodotto veramente nuovo, un modello nuovo da
sperimentare, sta alla gente scegliere.
I voti vengono dati premendo su
autorizzazioni e possibilità lavorative. Lei invece su cosa preme?
Premiano sul
massimo impegno di chi ha dimostrato di essere capace nella vita politica e
professionale. Per quanto mi riguardo sono una persona seria, matura non vivo
di politica, faccio questo perché credo che Castellaneta sia un paese
bellissimo che va rigenerato e risistemato.
Quali sarebbero i suoi primi atti da
sindaco?
Gestire
l’ordinario e non farlo diventare straordinario. Fare i conti con le risorse
disponibili e coinvolgere i cittadini. Spesso la gente critica le iniziative
pubbliche ma se facciamo una scaletta di priorità, possiamo pensare a dei
referendum consultivi. Poi puntare all’essenziale, tradotto per noi significa
turismo ed agricoltura e manutenzione dell’esistente.
E se prevale la diffidenza verso il
prodotto? Cosa farà se al ballottaggio ci arrivano Gugliotti e Loreto?
Intanto noi
contiamo di arrivare al ballottaggio. Nel nostro patto interno abbiamo
chiaramente detto che non ci alleeremo con nessuno, né contro nessuno. Tra
l’altro essendo una lista trasversale è impossibile portare gli uni da una
parte all’altra. Se non va vuol dire che il progetto è fallito, ma non ci
saranno alleanze nemmeno in caso di vittoria. Non ci sono accordi sottobanco
contrariamente a quello che si dice, verrebbe meno il principio con il quale
siamo nati. Vogliamo vivere
liberi, non in ginocchio.
La politica un tempo era potente a
Castellaneta ed ha determinato la sua fortuna ed il suo attivismo. Oggi può
essere ancora così?
Noi ripartiamo dal
minimo ora. Ma Castellaneta ha 24.000 ettari di territorio, c’è Castellaneta
Marina, Borgo Pineto, Riva dei Tessali, il Villaggio Valentino, i Turchesi, il
Catalano, il villaggio Naima, le gravine, il Parco delle Gravine, le emergenze
archeologiche, ci sono le pinete. L’altro giorno un turista a Montecamplo si è detto entusiasta del
cambio di paesaggio e della sua amenità.
E per le grandi emergenze sociali, rese più
drammatiche dalla crisi in atto?
La nostra
proposta sono delle convenzioni con esercizi commerciali che agevolino la spesa
delle famiglie numerose e che gli consentano di risparmiare. Poi l’Ente Comune
deve promuovere il territorio, il Pip che non si fa, il Pug che non si approva,
le conferenze di servizi che languono sono occasioni sprecate. Da ultimo
c’erano dei finanziamenti in conto capitale per le strade rurali e per l’acqua
potabile che sono andati persi. Anziché avere staffisti a far nulla si poteva
avere qualche tecnico che redigesse i progetti.
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