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MARINA DI GINOSA E LE BANCARELLE. UN IMMIGRATO: “MA NOI DOBBIAMO PUR VIVERE”

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di Nicola NATALE Non ci stanno i venditori ambulanti a farsi sloggiare da Viale Jonio.  E una telefonata ci raggiunge: vogliamo esprimere il nostro punto di vista.    All’altro capo del telefono c’è Thuin Khan da tutti chiamato Tio, un bengalese di 31 anni, che da qualche anno ha aperto un suo esercizio proprio nel centralissimo viale di Marina di Ginosa. “ Siamo troppi, lo capiamo, ma siamo qui perché è un paese tranquillo, vogliamo solo lavorare ”. La cittadina marinese per un immigrato che è prima transitato per Milano e Roma deve sembrare un’oasi di pace, anche rispetto al suo stesso paese, il Bangladesh, che conta 153 milioni di abitanti.  Il problema dice è sempre lo stesso: il permesso di soggiorno.  La storia di Khan è fortunata, poiché un contratto di badante gli ha aperto le porte dell’Italia, non prima del duro apprendistato di venditore in spiaggia.  “Tio” ora si trova dall’altra parte della barricata, danneggiato anch’esso dalla concorrenza dei non