TURISMO, IN CRESCITA LA PUGLIA. SVETTANO BARI, VIESTE E LECCE.

GINOSA (Taranto) Via Giuseppe Garibaldi.

di Nicola NATALE


Il turismo come benzina dell’economia? 
Non è certo una scoperta, anche se in molti dubitano che possa essere sufficiente a contenere i numeri di una disoccupazione e precariato sempre crescenti. 
Tuttavia i dati forniti da Pugliapromozione e dall’Osservatorio Turistico fanno ben sperare, pur relegando complessivamente la Provincia di Taranto a Cenerentola di Puglia in materia di turismo. 
Dal 6 aprile sono online sul portale Pugliapromozione i dati definitivi e convalidati dall’Istat relativi al 2017. 
Dati molto interessanti, utili agli investitori, per capire dove i turisti si dirigono ed anticipare o addirittura invertire le tendenze, proponendo nuove mete. 
I dati sono quelli forniti dagli esercizi ricettivi della Puglia e potrebbero anche variare rispetto agli arrivi ed alle presenze reali non sempre registrate, pur se obbligatorie.
Ma anche con i soli dati ufficiali è un avanti tutta per il turismo in Puglia con un +4,8 degli arrivi complessivi (italiani+stranieri) e un +5,2% per i pernottamenti. 
Positivo anche il dato dall’estero che segna un +7,2% di turisti stranieri tra i quali spiccano per incremento quelli provenienti da Paesi Bassi, Australia, Stati Uniti e Germania. Un dato che sottolinea la strategicità degli aeroporti. 
Boeing 787 fonte Air Press.
Senza scali efficienti, direttamente e facilmente collegati alle località turistiche si condanna di fatto un territorio all’irrilevanza. 
I dati infine sono stati disaggregati per comune, paese estero o regione italiana di provenienza, tipologia ricettiva e mese. Fatta questa premessa è bene dare un’occhiata ai fogli excel per capire chi davvero ha numeri nei 258 comuni pugliesi. Regina incontrastata rimane Bari che, con 413.155 arrivi, dimostra come la concentrazione nella città capoluogo di attrattori di varia natura possa far premio anche sui beni artistici ed architettonici.
Una posizione di leadership che le viene sottratta da Vieste (in provincia di Foggia) che la stacca nettamente per presenze: 1.987.401 presenze contro le 779.130 del capoluogo regionale. 
A dimostrazione che il dato di Bari rimane profondamente connesso alla sua natura di porta d’arrivo e ad un’intensa attività nel campo mice, vale a dire riunioni, viaggi di incentivazione, convegni, esposizioni, oltre ad essere sede universitaria. 
E’ il caso di chiarire come gli arrivi in queste statistiche rappresentino il numero di clienti arrivati in un dato periodo, le presenze siano invece relative al numero di notti trascorse negli esercizi ricettivi. 
Vieste conquista anche il secondo posto in termini di arrivi (294.272) superando Lecce il cui barocco di chiese e palazzi e l’intensa attività culturale hanno fatto registrare 269.115 arrivi, con un dato sulle presenze di poco inferiore a quello di Bari: 779.130 contro 746.347. 
LECCE Basilica di Santa Croce

Da non dimenticare il dato di San Giovanni Rotondo: 217.905 arrivi e 402.958 presenze a conferma dell’importanza del turismo religioso legato alla figura di San Pio. 
Tra i restanti 4 capoluoghi di provincia i numeri degli arrivi si ridimensionano e di molto: 
Taranto 87.482, Brindisi 73.922 arrivi, Foggia 61.205, Trani 41.171 nonostante la splendida Cattedrale di San Nicola pellegrino e tallonata a poca distanza da Andria (nel cui territorio sorge Castel del Monte) e Barletta. 
Emergono in termini di arrivi (ma non sempre superano i capoluoghi provinciali) altre località che invece sono ben radicate nell’immaginario legato alla Puglia:
Fasano 151.271, Otranto 148.876, Gallipoli 117.063, Ugento114.428, Alberobello 116.123, Ostuni 98.998, Peschici, 96.765, Monopoli 96.457, Polignano a mare 86.452, Carovigno 78.047, Porto Cesareo 64.205, Castellaneta 62.683, Rodi Garganico 52.821, Manfredonia 42.720, Mattinata 40.277, Castellana Grotte 28.469.
Fonte: QUOTIDIANO DI PUGLIA Edizione di Taranto del 12 aprile 2018
E’ una classifica complessa in cui però un dato emerge chiaro: il successo turistico è sì legato al mare, ma anche alla validità delle proposte ricettive ed alla presenza di altri fattori di attrazione come dimostrano il caso di Bari e quello di Lecce. 
Insomma in Puglia si può investire ancora nel turismo, c’è spazio nell’offerta ricettiva di qualità ma mancano ancora simboli architettonici, artistici o paesaggistici universalmente riconosciuti. 
Per questo bisogna lavorare e bene sul campo della promozione ma non trascurando la conservazione e fruibilità dei beni attrattori, alcuni di fatto sconosciuti come le Gravine del Tarantino. 
Senza tralasciare di crearne di nuovi, perché la Puglia non possa essere considerata solo per il suo passato o per il suo mare.
Ad ogni modo il dato relativo al posizionamento della Puglia tra le restanti 19 regioni italiane resta lontanissimo dal podio occupato dal Veneto, non solo in termini di presenze. 
In particolare, “il Meridione tutto insieme attrae appena 5 miliardi di spesa, sostanzialmente quanto fa da solo tutto il Veneto” dice uno degli ultimi rapporti pubblicati nel 2017 dal Touring Club insieme ad Unicredit. 
C’è insomma ancora molto da fare anche in termini di “sentiment” di affezione in cui spicca la Basilicata (2° posto) e la Puglia si colloca poco sopra la media italiana al 10° posto.

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