CASTELLANETA, NON PIU’ ACQUA IN BOTTIGLIA DI PLASTICA, MA DALLA CASETTA.


L'inaugurazione, il 28 luglio del 2014, della prima casa dell'acqua a Castellaneta (Taranto)
di Nicola NATALE
Castellaneta ha inaugurato la sua prima casa dell’acqua. 
Vale a dire un impianto che distribuisce acqua di rete refrigerata e microfiltrata (la stessa dell’acquedotto pugliese) con un distributore realizzato in piazza Ugo Betti, a due passi dallo stadio. A temperatura ambiente o gassata, il tutto su progetto e realizzazione della Newtech srl di Taranto. 
Potrebbe sembrare un ritorno al passato (con le file di donne e bambini alle fontane) ma non lo è per chi acquista l’acqua al supermercato. 
Il costo dell’impianto, circa 23mila euro, sarà ripagato dagli stessi cittadini che preleveranno l’acqua a 5 centesimi al litro. Prezzo molto inferiore alle acque acquistate in “fardello”. 
Gianrocco De Marinis,
ass. all'ambiente di Castellaneta
Un primo motivo quindi per usare le casette dell’acqua “è innanzitutto il risparmio, ma ci sono valori più importanti in gioco” dice l’assessore all’ambiente Gianrocco De Marinis. 
Lo scopo di questi impianti” dichiara De Marinis “è anche tutelare la salute pubblica poiché delle acque in bottiglia non sappiamo nulla, a parte ciò che è scritto in etichetta, nonché limitare la produzione e soprattutto la dispersione di bottiglie di plastica dannosissima per l’ambiente”. 
L’impianto installato a Castellaneta è dotato di un filtro fisico, di uno a carboni attivi ed infine di una lampada a raggi ultravioletti che funge da filtro de-batterizzante. 
I tre erogatori sono sterilizzati ogni 24 ore tramite una resistenza. Il comune di Castellaneta, una volta pagato l’impianto, ci guadagnerà: i 5 centesimi andranno ripartiti in ragione di 1,5 centesimi di euro all’azienda e 3,5 all’ente locale.
Uno degli impianti realizzati dalla Newtech di Taranto
L’invito che viene dall’amministrazione è quindi ad utilizzare massicciamente la casetta dell’acqua inaugurata lunedì scorso.
Magari con bottiglie in vetro, perché questo significherà anche un alleggerimento delle spese che il Comune sostiene per i suoi rifiuti. 
Infatti” precisa ancora De Marinis cogliendo l’occasione “l’unica ragione del mancato avvio della differenziata a Castellaneta è la legge regionale dell’agosto del 2012 che impone di fare appalti che coinvolgano gli interi ambiti di raccolta ottimali, cosa che comporta gare che possono arrivare fino a 130 milioni di euro, ingestibili dalle aziende del settore”. 
Per questo l’amministrazione Gugliotti ha potuto inserire solo iniziative di complemento della raccolta differenziata dei rifiuti come ad esempio la raccolta degli oli esausti.

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