TRAGEDIA SCAMPATA A GINOSA. CROLLA UN INTERO COSTONE DI VIA MATRICE.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 22 GENNAIO 2014*
di Nicola NATALE
Crolla la storia
a Ginosa. E forse anche parte del futuro.
Intorno all’una di ieri tutto era
pace in via Matrice, la bella via del centro storico che dall’alto costeggia la
gravina.
La signora Antonaci, 75 anni, era tornata nella sua casa per
recuperare un po’ di suoi beni, visto che le avevano formalmente consigliato di
andare via. Con lei la figlia Laura Indellicati, il genero e il nipote.
Tutt’ad
un tratto, salendo la ripida scala di accesso, la figlia nota un’altra crepa, la
madre accorre e conferma che lì quella crepa non c’era. Intanto il genero di
sopra sta smontando una tenda, è alle ultime due viti.
“Forse è stato qualcuno che
mi ha detto vattene, sono sceso e ho detto agli altri di venir via con me” dice
il genero, probabilmente l’uomo che ha evitato a sé stesso ed ai suoi cari una tragedia, quella sì irrimediabile.
Uno scricchiolìo, un rumore sordo
proveniente forse da una delle cantine del livello sottostante, quello su via burrone,
e tutti intuiscono che la casa deve essere abbandonata al più presto. Un tubo
dell’acqua si rompe. Scendono in fretta le scale, si allontanano.
Tempo un
minuto e la costruzione faticosamente acquistata dopo anni di sacrifici crolla
giù, portando con sé parte del piano stradale di via Matrice. Madre e figlia
urlano di dolore e di spavento, per quella fine annunciata, ma che nessuno di
loro si aspettava così presto.
Eppure non avevano tralasciato nulla, la signora era anche andata
in Comune per avvisare delle crepe, ma poco avevano potuto inizialmente amministrazione
e tecnici competenti per risolvere senza danni la questione. La signora Antonaci aveva anche fatto
dei piccoli lavori di manutenzione sperando che quelle crepe non ricomparissero
più. Poi l’idea di chiamare i Vigili del Fuoco per avere una stima tecnica
delle possibilità di crollo dell’immobile.
Ginosa Via Matrice crollo del 21 gennaio 2013 |
Questa volta i tecnici arrivano,
verificano che effettivamente la cantina sottostante presenta crepe profonde,
che il “quadro fessurativo” della casa non è da prendere sottogamba e allora
parte l’ordinanza comunale di chiusura di un tratto di via Matrice. E’ il 20
dicembre.
Cosa fare nel frattempo nessuno lo sa, la signora però deve spostarsi
a casa di un’altra sua figlia e nel frattempo chiede una sistemazione. Interessano
anche l’avv. Antonella Rizzi, che proprio ieri mattina vede cadere un mattone
mentre effettua con la signora Antonaci e la figlia un ulteriore sopralluogo.
Non c’è tempo da perdere, via al Comune a consegnare una lettera urgentissima
per definire una questione che minaccia di avvitarsi in lunghe questioni legali.
Per la signora Indellicati “si doveva intervenire per tempo, non so come, ma forse quel
crollo si sarebbe potuto evitare, offrire ora l’alloggio a mia madre ha poco
senso, lo aveva chiesto ben prima, ma mancava l’ordinanza di sgombero”.
In poco
tempo però scatta la macchina della protezione civile, arrivano squadre di
vigili del fuoco da Castellaneta e da Taranto, carabinieri della locale
stazione e del comando provinciale di Taranto, polizia municipale, volontari
della misericordia e del ser.
La zona viene transennata, si interdice l’accesso
ai non addetti ma la curiosità è tanta, i ginosini fanno una specie di
pellegrinaggio, ora mesto, ora scanzonato.
Pochi si ricordano delle famiglie (non più di una decina) che
abitano nei dintorni della chiesa madre e i cui mezzi rimangono di fatti intrappolati con il crollo di via
Matrice, di fatti l’unica via di accesso carrabile al quartiere bellissimo, e
ormai scarsamente abitato, sorto attorno alla chiesa Madre.
Intanto i vigili
del fuoco battono a tappeto tutta la zona, anche con l’aiuto di cani
addestrati. Si teme che in qualche
vecchia abitazione possa esserci qualcuno: “é bene controllare tutto, perché presto la luce verrà a
mancare”.
Via Matrice, Ginosa Quotidiano di Puglia del 22 gennaio 2013 |
In tutto questo non manca il sindaco Vito De Palma chiamato ancora
una volta ad accorrere al capezzale di una parte del suo comune che se ne va. Le
ferite dell’alluvione del 7 ottobre e delle piogge alluvionali del 1° dicembre
sono tutt’altro che rimarginate.
“Questo evento dimostra la fragilità di questo
territorio, questo lo devono capire tutti i soggetti a cui da diverso tempo sto
rivolgendo le mie richieste”.
Per il primo cittadino “il problema fondamentale
è che la zona è estremamente vulnerabile e che purtroppo queste cose non
arrivano con preavviso”.
La soluzione secondo l’amministrazione è “intervenire
sull’alveo spondale del Lognone tondo, come abbiamo fatto rilevare alla
protezione civile, da sotto fino a sopra”.
Ad essere infranti ora non sono solo
i beni di chi ha perso tutto, ma anche i progetti di rinascita a scopo
turistico e commerciale.
Quelli che erano iniziati con il restauro della Chiesa
madre del 1500 e continuavano con l’avvio di attività ricettive ed artigianali.
E’ per questo che il caso via Matrice non può diventare un caso “Pescarella”. L’altra via che scorre lungo il lato opposto della gravina, interessata anch’essa da un crollo nel febbraio del 2009 e, ancor oggi, transennata ed impercorribile.
*Altro articolo sul Quotidiano di Puglia edizione di Taranto domani 23 gennaio,
visibile ed acquistabile anche in digitale da dovunque.
E’ per questo che il caso via Matrice non può diventare un caso “Pescarella”. L’altra via che scorre lungo il lato opposto della gravina, interessata anch’essa da un crollo nel febbraio del 2009 e, ancor oggi, transennata ed impercorribile.
*Altro articolo sul Quotidiano di Puglia edizione di Taranto domani 23 gennaio,
visibile ed acquistabile anche in digitale da dovunque.
Commenti
Posta un commento