NATUZZI E SINDACATI LOTTANO SUI CRITERI DI ESCLUSIONE.


QUOTIDIANO DI PUGLIA 19 DICEMBRE 2013
di Nicola NATALE
Mentre per le strade di Ginosa spuntano i manifesti della nuova avveniristica poltrona di Natuzzi, a Bari si lotta intorno alla big list. 
La lista di chi è dentro e di chi è fuori dagli stabilimenti Natuzzi mentre quello di Ginosa resta la vittima designata di un piano di esuberi che taglia 1.506 posti di lavoro a cavallo tra Puglia e Basilicata. 
Il triangolo del salotto diviene così molto più piccolo, concentrandosi tra Santeramo, Matera e Laterza e la cabina di regia rischia di saltare già dopo i primi incontri. 
E’ muro contro muro tra azienda e sindacati con la prima che vorrebbe applicare in maniera unilaterale i criteri previsti dalla legge 223 del 1991 meglio nota come legge Biagi nel caso di licenziamenti collettivi. 
Secondo fonti sindacali la Natuzzi punta sui “polivalenti”. 
Giampietro Castano,
funzionario del Ministero dello sviluppo
Un lavoratore che secondo l’azienda sa svolgere più mansioni “anche se assunto da poco vale quanto uno che da venticinque anni è in Natuzzi”.  
E’ questo che riportano esasperati i rappresentanti sindacali unitari con Mino Mazzone, uno dei presenti alla cabina di regia svoltasi a Bari martedì scorso.
Con Mazzone, c’era anche Luigi Fiore, uno degli rsu molto critici verso gli accordi stretti con l’azienda. E’ la massimizzazione del criterio delle esigenze tecnico produttive a scapito dell’anzianità di servizio e dei carichi familiari.
Prontamente le rappresentanze sindacali unitarie hanno rilasciato una nota con la quale rigettano in toto i criteri proposti da Natuzzi giudicandoli “non equi e discriminanti”.
Insomma le acque si fanno sempre più agitate e lo stesso funzionario governativo Giampietro Castano, presente all’incontro insieme con gli assessori regionali allo sviluppo economico Loredana Capone e Leo Caroli, ha invitato le parti a riunirsi ancora ed a trovare un accordo prima del 21 Gennaio, data di prossima convocazione della cabina di regia.
Gli accordi sugli esuberi del resto dovevano essere notificati entro il 31 dicembre ma tutto è slittato ad una nuova riunione in confindustria Bari prevista per il prossimo 13 gennaio alle 11.
Ginosa - lo stabilimento Natuzzi ormai chiuso dal novembre 2013
Sarà una riunione ristretta ma esternamente saranno presenti gli rsu che dovranno poi spiegare i contenuti dell’accordo, se accordo ci sarà. Intanto solo 210 persone rispetto alle 600 previste ha accettato l’incentivo completo e sembra che si vada verso una proroga del termine entro il quale farsi avanti.
A preoccupare più di tutti è il capitolo reindustrializzazione sul quale sono puntate le speranze di chi dovesse trovarsi tra i “sommersi” invece che tra i salvati, in quella che è diventata una crudele roulette russa.
La Wollo presente all’incontro di Bari ha dichiarato che sì, ci sono manifestazioni di interesse di vari imprenditori della Puglia, dell’Emilia Romagna e della Lombardia ma appunto: manifestazioni di interesse, nulla più.
Intanto si cercano imprenditori anche in Veneto mentre filtrano indiscrezioni su dichiarazioni del viceministro allo sviluppo economico Carlo Calenda in merito ad una positiva risoluzione della vertenza Natuzzi, ma davvero non c’è nulla di ufficiale. E i 1.506 ormai ridottisi a 1.296 non meritano questo stillicidio di notizie.

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