POLIAMBULATORIO: SCAMBIANO PER MAL DI STOMACO UN INFARTO.


Ginosa il poliambulatorio di via palatrasio
QUOTIDIANO DI PUGLIA 26 OTTOBRE 2013
di Nicola NATALE
Se i fatti non fossero veri, si crederebbe ad un attacco concentrico al poliambulatorio di Ginosa. 
L’ultimo, grave disservizio è stato reso noto solo ieri. 
Giovedì scorso, 17 ottobre a V.B., una donna ginosina di 43 anni, il medico di guardia non avrebbe saputo riconoscere i sintomi di un infarto, scambiandoli per un banale male di stomaco. 
La donna è stata poi accompagnata dal marito al pronto soccorso di Matera, distante ventisette chilometri da Ginosa. Qui i medici le avrebbero riferito che anche qualche minuto di ritardo le sarebbe stato fatale. 
La notizia è stata riportata dalla stessa vittima della diagnosi errata. 
La donna ha dichiarato che "i sintomi noti anche ai non medici di un possibile infarto in corso" non sono bastati a instillare nel personale sanitario presente il dubbio su cosa le stesse accadendo. 
Alla signora sarebbe stato somministrato un anti-acido, senza provvedere ad allertare il 118 poiché l’urgenza non era stata riconosciuta. 
Ma dal poliambulatorio si chiedono perché lei stessa non ha chiamato direttamente il 118 che sarebbe potuto arrivare prontamente anche a domicilio della signora.
Il tutto è iniziato alle otto meno un quarto di mattina quando la signora colta da malore si è recata alla guardia medica presso il poliambulatorio. 
Qui, dopo una ventina di minuti l’ha raggiunta il marito il quale vedendo “che non era stato attivato nemmeno il 118 per l’accertamento della criticità con l’ausilio del cardiogramma” ha chiesto spiegazioni. 
Spiegazioni che non lo hanno convinto anche perché la situazione tendeva a peggiorare,  di lì la decisione a “proprio rischio e pericolo” di portare la propria moglie a Matera, dove l’emergenza sarebbe stata riconosciuta e trattata appropriatamente. 
L’accaduto è stato reso noto per esortare gli stessi “cittadini di Ginosa  a non restare inermi davanti a queste situazioni ma a denunciare in maniera serena perché tali episodi non si ripetano più”. 
La donna, consapevole di avere rischiato la vita, si chiede “a cosa serve la guardia medica se non è in grado di dare nemmeno il primo soccorso e riconoscere tali sintomi”. 
La disavventura rischia di arrivare (secondo la denuncia diffusa via web dalla signora) alla regione Puglia dalla quale dipendono le asl. All’ente di via Capruzzi a Bari si chiede se vi siano stati altri casi di malasanità nella stessa guardia medica ed ai cittadini che li avessero subiti di renderli pubblici.
La pubblicazione della notizia sul web ha creato una selva infinita di commenti indignati e condivisioni, scatenando anche un’ondata di richieste di chiarimenti in merito al fatto accaduto. 
Dr. Vito Colacicco,
responsabile ad interim del
distretto socio-sanitario locale 
Chiarimenti che non sono mancati dal responsabile ad interim del distretto socio-sanitario dott. Vito Colacicco. 
Il quale, fermo restando eventuali responsabilità soggettive in merito all’accaduto, si chiede perché non sia intervenuto il punto di primo intervento che dopo le otto funge da distaccamento del servizio di pronto soccorso dell’ospedale di Castellaneta. 
Ma soprattutto perché “non si sia chiamato direttamente il 118 e dopo le otto lo stesso medico curante, che non a caso ha una conoscenza diretta del paziente in questione e può interpretare al meglio i vari sintomi”. 
In ogni caso il dr. Colacicco ricorda che gli interventi, la professionalità e la dedizione di ogni addetto al poliambulatorio non sono in discussione e che la presenza del tribunale del malato, proprio all’interno della struttura è un elemento continuo di stimolo e di confronto per operare sempre al meglio. Una cosa però dice deve esser chiara: “ci si deve rivolgere al servizio, cioè alla rete dell’emergenza-urgenza per avere interventi appropriati, non alla persona”. “Il 118 di Taranto annovera le migliori casistiche a livello nazionale: si può e si deve chiamarlo con grande tranquillità in caso di emergenza”.

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