GINOSA IL SOLITO INCENDIO AL PILACCIO, REGNA L’INDIFFERENZA
Ginosa, incendio alle porte della città, all'antico abbeveratoio detto "il pilaccio" |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 22 GIUGNO 2013
di Nicola NATALE
Un vasto
incendio di oltre tre ettari alle porte della città. Ginosa nuovamente avvolta
dalle fiamme grazie probabilmente all’opera di balordi. E’ successo intorno
alle dodici e trenta presso la
stazione di benzina agip in via matteotti. Sono intervenuti come al solito il
servizio emergenza radio, la protezione civile di ginosa ma alle quattordici la
collina soprastante l’antico abbeveratoio detto “pilaccio”, coperta di residui
di macchia mediterranea ed erbacce, è andata completamente in fumo
nell’indifferenza generale.
Sempre quello stesso posto ogni anno è oggetto di incendi, probabilmente da
qualcuno che vuole riportare il deserto che ha in testa anche nell’ambiente. In
questi giorni è iniziata una lunga serie di incendi, tra Ginosa e Marina di
Ginosa.
Il primo rogo quest’anno si è registrato nella frazione costiera,
nell’area militare già oggetto in passato di un altro devastante incendio,
senza scordare quello mega che ha mutilato orribilmente nel luglio del 2012
l’ingresso a Marina di Ginosa. Qualche tempo dopo i carabinieri avrebbero individuato l’autore del primo incendio nella frazione costiera nel solito irresponsabile che avrebbe appiccato il fuoco invece di arare o
decespugliare a dovere il proprio terreno.
GINOSA -la collinetta al di sopra della stazione bruciata come avviene ogni anno |
A seguire, giovedì scorso, un altro incendio
alla circonvallazione sud in zona costa della crognola e 4 mimose ha allarmato la popolazione
residente. La vastità del fronte ha imposto l’intervento dei vigili del fuoco
assieme ai volontari della protezione civile ed alla polizia municipale, che
cercava di rendere agevole l’arrivo dei mezzi dalla stretta viabilità di
accesso alla zona, non accessibile dalla circonvallazione sud.
Sempre in questi giorni altri numerosi focolai
sono stati spenti o solo tenuti sotto controllo dagli incaricati o dai
volontari, mentre la popolazione sembra assistere rassegnata a quello che è il
cliché di ogni estate. Di volta in volta si attribuisce la colpa ai piromani,
agli incauti proprietari di terreni che per liberargli dalle erbacce o dalle
stoppie gli danno fuoco, ai pochissimi pastori che ottengono così erba fresca
alla prossima primavera o alla semplice inciviltà di chi getta la propria
sigaretta. Stupisce la persistente, diffusa insensibilità al verde, ormai
decimato in molte delle aree periferiche ginosine. Verde tanto più prezioso,
quanto più il clima diventa torrido.
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