NATALE 2139


Il brano letto ieri, 21 Dicembre su gentile invito degli Amici del Presepio presso il Palazzo della Cultura.
di Nicola NATALE
La Gravina innevata -foto del 2009 di Mimmo Ribecco
Vigilia di Natale del 2139. 
Andrea e Luca, ormai non più giovani, avevano deciso di passarla insieme, nell’appartamento di uno dei due. I condizionatori erano più potenti ed avrebbero consentito di guardare il panorama della Gravina al fresco della veranda, opportunamente protetti dall’afa. 
Uno dei due aveva trovato il modo di riuscire a pagare il nuovo sistema open air without glass. Senza vetri si riusciva a tenere al fresco anche ambienti esterni, e lui non se l’era fatto mancare. L’aveva inventato un ingegnere ghanese. 
I due avevano deciso di non muoversi da casa poiché in giro c’erano troppi turisti e la messa di Natale nella Chiesa Madre era diventata una specie di moda. Arrivavano persone dalle lontane origini ginosine ormai con cittadinanza danese, olandese, tedesca ed inglese da più generazioni. Loro due erano tra i pochi a ricordare i vecchi cognomi così comuni all’inizio del secolo. 
Cercavano come molti in quella notte, refrigerio nel sentimento più moderno del mondo, l’amicizia. E l’avevano trovata a tarda età quando il mondo della carriera, dei trucchi, delle meschinità non li toccava quasi più. Avrebbero ricordato i vecchi tempi in cui -  non dico la neve - ma ci si aspettava almeno il freddo a Natale. Avrebbero discusso, magari aiutandosi con un bicchiere di buon vino, di religioni antiche e moderne, compresa quella eterna del denaro. 
Presepe di Vito Nicola Natale. Il presepe riproduce la Chiesa Madre ed altre parti del centro storico di Ginosa.
Mentre Andrea pensava queste cose la tv si animò con un suono e la foto di Anna, sua figlia, apparve. L’uomo accettò la comunicazione e il viso della figlia si materializzò: “Papà, andiamo in alcune montagne dell’Islanda, finalmente il cottage che volevamo è libero, ma Rosario non vuole saperne di venire, vorresti tenerlo tu”? “Certo, perché no” disse Andrea cogliendo l’occasione al balzo. 
Suo nipote, con quel nome che era tornato di moda, cresceva rapidamente e fra poco avrebbe potuto solo sognare di passare un Natale con lui. Poi con una manata sulla fronte si chiese: “ma cosa vorrà per Natale”? 
Per fortuna c’era ancora qualche ora per pensarci. Le magliette autorefrigeranti dell’anno scorso erano state rapidamente accantonate. Ma con la tecnologia era rimasto  indietro ed un po’ l’aveva stufato. 
Forse l’avrebbe accompagnato all’orto botanico e alla masseria didattica, dove il piccolo aveva scoperto che ciò che si mangiava comunemente un tempo,  una volta era stato vivo, sotto forma di pianta o di animale. Quella della vita di piante ed animali ed anche degli uomini era una magia che si rinnovava sempre. Come quella del Natale, la storia del bambino venuto per alleviare i mali. 
Alla masseria  il bue e l’asinello non mancavano, solo gli si leggeva negli occhi una tremenda nostalgia di Gesù bambino.

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