L’INCHIESTA. TRA 7-8 ANNI SPARITO IL PESCE DAL GOLFO DI TARANTO La confidenza di un operatore ittico. Lo strano momento scelto per il fermo

di Nicola NATALE
Banco al mercato del pesce di Venezia
Un buon piatto di pesce, magari in un ristorantino vista mare.
Peccato che la pesca a strascico e sotto costa rischi di rovinarci anche questo residuo piacere.
Il pesce jonico non ce la fa più a riprodursi e pensare che basterebbero solo due, tre mesi di fermo per avere pesche eccezionali, tali da regalare in loco pesce fresco in quantità, di buona pezzatura e non surgelato.
E’ la denuncia fatta da un operatore del settore che vuole restare anonimo, pur non sottraendosi al dovere di denunciare quanto accade sulle coste della Provincia di Taranto, da Campomarino a Marina di Ginosa.
E ben sapendo che - purtroppo - non c’è una cassa integrazione per i pescatori.
Che cosa troviamo nelle pescherie oggi?
Una immagine di una pescheria 
Il pesce c’è, ma solo quello piccolo. Stanno distruggendo tutto con la pesca a strascico che, prendendo anche i pesci piccoli, impedisce la riproduzione. Ci vuole un controllo severo e tre, quattro mesi di fermo a partire da Maggio.
Non è già così?
No, il fermo lo fanno ad Agosto, il risultato è che il pescato è diminuito del 70-80% costringendoci all’importazione.
Così arriva dalla Spagna, dalla Grecia, dalla Francia, con le dimensioni commerciali adatte, perché lì i controlli sono effettivi.
Perché avviene tutto ciò?
Agli alti livelli non c’è gente che faccia il pescatore e capisca di mare, di pesce e di zone. I politici a Roma fanno leggi sbagliate. Poi non si mettono d’accordo tra le varie zone di pesca. Il fermo scelto per la nostra parte di Ionio è sbagliato. Adesso sta nascendo il pesce e bisognava fermarsi ora.
Le cozze di Taranto, allevate nel Mar Piccolo,
avevano la particolarità di usufruire dei citri,
sorgenti d'acqua dolce in mare
A Marina di Ginosa le paranze pescavano sotto costa a strascico a meno di duecento metri   il 5 Luglio scorso……
Arriva infatti sui mercati pesce di taglia piccola e tantissimo se ne ributta  a mare.
Non si può far niente?
Per quello che ho capito io potrebbe essere una questione di Iva, col pesce importato difficilmente può essere evasa.
Ma in realtà non sappiamo quello che succede, come per le cozze di Taranto. Se c’era la diossina perché ce le hanno fatte mangiare per 40 anni? Ora si sente di questo progetto di un parco divertimenti sul Mar Piccolo….
Ma perché espropriare quella settantina di coltivatori di cozze, che pure sanno fare bene il loro mestiere, con una tradizione antichissima. Non hanno licenze, concessioni, ma sanno lavorare. Ci sono riusciti a sfrattarli. Cosa faranno ora, andranno all'Ilva?
Qual è la provenienza del suo pesce ora?
Il 60% è locale, il 20% surgelato e il 20% è importazione. Ma la tendenza è andare sul pesce surgelato o d’importazione.
Se però andiamo di questo passo, tra 7 o 8 anni, il pesce locale sarà pochissimo e avrà costi esorbitanti. Almeno 20 euro al chilo per mangiare pesce fresco.
Risultato l’80% della popolazione che non potrà permetterselo, mangerà male.
Trasportare un prodotto così deperibile non è semplice e costa, anche in termini ambientali. Ma ormai manca anche il pesce azzurro, che la tv continua a sponsorizzare.
E del pesce d’allevamento cosa mi dice?
Meglio tacere, qui veramente andiamo oltre. Ci sono acquacolture in regola ed altre meno. Ma la preferenza deve esser data al pesce locale. Perché rinunciare alla risorsa mare che può darci, volendo, tutto il pesce di cui abbiamo bisogno?

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