UNA TENDOPOLI PER I RANDAGI. E’ POLEMICA


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 18 Febbraio 2012
di Nicola NATALE
La tenda in Piazza Atanasiu - Ginosa Viale Martiri D'Ungheria
Cani di quartiere sì, cani di quartiere no. Il casus belli questa volta è la tendopoli provvisoria allestita in Piazza Atanasiu, popolarmente detta della ballerina, per difendere dal gelo e dalla neve i randagi di Viale Martiri D’Ungheria. Come prevedibile la diatriba tra amanti dei cani e non si è riaccesa di nuovo. Con alcuni cittadini che chiedono la rimozione della installazione ed altri che la difendono.
“E’ da molto tempo che su quella piazza le cose non funzionano, dalla manutenzione delle piante alla pulizia” dice Anna Maria che abita lì vicino.  La colpa dei randagi è un po’ dell’uomo – continua - e bisogna ringraziare chi compie questi gesti per gli animali. Di tutt’altro avviso Erasmo che invece si chiede se si debba vivere in funzione dei randagi senza se e senza ma: “se qualcuno ne ha comunque paura, se ci sono aggressioni chi ci tutela”? Gli animalisti sembrano prevalere sul dibattito improvvisato ma Erasmo dice: “se si vuole accudire un randagio lo si faccia in una proprietà privata come ho fatto io, altrimenti chi subisce le aggressioni e ha sviluppato una fobia che facciamo lo eliminiamo”? Cinque cani non cuccioli là sotto non sono uno scherzo – lo aiuta  Florinda - soprattutto se, come è successo l’altra sera, hanno iniziato ad annusarmi ed a seguirmi.
Anche in Via Palatrasio dove c’è il Poliambulatorio la situazione randagi è preoccupante. Si deve entrare correndo in macchina per evitare l’aggressione di 2 cani che ormai hanno identificato la via come il loro territorio. Ed è diventato impossibile portare a spasso il proprio di cane e a maggior ragione, passeggiare soli. Ma gli appassionati volontari forse a questi cani hanno dato un nome, così non c’è da meravigliarsi se ad alcuni sembrano dolci bestiole e ad alcuni un pericolo pubblico. Inutile ribattere come fa Grazia “che ognuno è libero di fare come meglio crede nella sua proprietà privata e non deve imporre all’altro le sue decisioni”. Per i fondamentalisti dell’amor canino tutti dovrebbero amarli. Mentre - aggiunge Piero - c’è gente che continua ad acquistare cani come pupazzi e poi li abbandona. La situazione sembra da tempo senza soluzione perché il canile di Ginosa scoppia e non può ospitare altri cani. Dalla sezione Anpa “Alma Tamborrino” avvisano che non solo la zona è videosorvegliata ma che è meglio non lasciare lì i cuccioli perché verrebbero sbranati dai cani che si sono sistemati all’esterno della struttura. I volontari hanno fondato un gruppo dal nome “Misteriose apparizioni a Ginosa” per identificare chi li abbandona attraverso le segnalazioni. Succede infatti che i cani vengano scaricati sul territorio anche da altre cittadine. Largamente evaso è l’obbligo di dotare il cane di microchip così come anche della sterilizzazione nonostante questa sia offerta in maniera gratuita. Insomma il randagismo, problema emergente di Ginosa. Non il primo dei problemi ma la spia di un rapporto non facile non solo tra uomo e cane ma anche tra le persone. Incapaci di rispettare il punto di vista altrui.

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