VIA PESCARELLA, LA STRADA DIMENTICATA


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 13 Gennaio 2011
di Nicola NATALE
La strada di Via Pescarella, crollata nel 2009. Nel Gennaio 2012 è ancora così.
La strada dimenticata, e con essa un intero quartiere. 
E’ Via Pescarella che dal quartiere Fontana conduce alla omonima collina e contrada, disseminata di case sparse, resti di antichi villini e pizzerie affacciate su un panorama invidiabile: la Gravina e sotto l’intera cittadina. 
Nel Febbraio 2009 la strada sprofondò, da allora gli abitanti della zona si sono rassegnati a vivere separati dal crollo, qualcuno ha dovuto abbandonare la casa, perché dichiarata inagibile. 
Ma forse c’è ancora qualche speranza di riavere quella strada. 
Il problema però non è solo finanziario, è anche tecnico perché sotto la strada interrotta ci sono enormi ambienti scavati nella calcarenite. 
Non si tratta come dice qualcuno di fare una colata di cemento e riempirli, anche perché siamo sull’orlo della Gravina ed è immaginabile che esistano vincoli di diverso genere. 
Per questo nella prossima settimana è previsto un sopralluogo dell’ing. Giorgio Zuccaro con il consigliere delegato ai lavori pubblici Vincenzo Di Canio. 
Il senso di questo sopralluogo – ci dice Di Canio – è anche arrivare ad una sorta di progetto preliminare che ci consenta di sapere quale tipo di intervento è necessario e possibile
L’ing. Zuccaro ha già collaborato con il Comune di Ginosa per gli interventi di sistemazione idraulica del torrente Lognone in Gravina e per la messa in sicurezza di Marina di Ginosa, ma ha acquisito esperienza anche in altri crolli provocati dal cedimento di cavità artificiali a Gravina di Puglia, fattispecie del tutto simile a quella della Pescarella. 
Ad oggi infatti il Comune di Ginosa possiede solo una relazione geologica e le richieste inascoltate di intervento a vari enti. 
Gli abitanti nel frattempo si sono scoraggiati, anche se al colmo dell’ira, meditavano di interessare trasmissioni nazionali. Naturalmente il rischio è ben conosciuto in ambiente scientifico tanto da interessare già il CNR-IRPI che in convenzione con l’Autorità di Bacino Puglia ha effettuato uno studio conoscitivo sugli sprofondamenti detti sinkhole, anche al fine di catalogare le zone a rischio. 
La Provincia di Taranto, con Grottaglie in testa, è la realtà con il maggior rischio in Puglia, con 309 cavità artificiali censite. 
Lo studio indicava la necessità urgente di conoscenza dell’andamento nel sottosuolo delle cavità artificiali, di analisi dei meccanismi di degrado delle proprietà fisico-meccaniche dei materiali e di comprensione dei meccanismi di instabilità nel sottosuolo e di propagazione verso la superficie fino ai veri e propri sprofondamenti. Ma la scienza ha altre priorità rispetto alla politica. 
Il Comune dopo i primi interventi in favore delle persone evacuate ha dovuto desistere, le attività commerciali ne hanno risentito ma ora, forse, almeno il problema è in agenda. Non è poco di questi tempi. 

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