MIROGLIO: IN "CASSA" FINO A GIUGNO 2012, MOBILITA’ RITIRATA


dall'articolo apparso sul Quotidiano del 18 Gennaio 2012
di Nicola NATALE
Il tavolo romano al Ministero del Lavoro
Un successo pieno per i sindacati e soprattutto per i 225 miroglini. 
Il gruppo tessile piemontese ha confermato oggi ai tavoli romani del Ministero del Lavoro il ritiro della procedura di mobilità e la richiesta di proroga della cassa integrazione straordinaria fino al 30 Giugno 2012. 
Il Ministero del Lavoro ha accettato di firmare il relativo verbale di accordo tra l’impresa rappresentata al tavolo da Alessio Fois, capo del personale e le delegazioni sindacali a livello nazionale, provinciale ed aziendale. 
Era presente anche il Sindaco di Laterza Gianfranco Lopane ed il consigliere comunale Giovanni Perniola. 
Ne dà notizia con soddisfazione Giuseppe Massafra, segretario provinciale Filctem CGIL impegnato ormai da più di due anni in una vertenza lunga e difficile ma in cui c’è la volontà evidente di non lasciare per strada quel che resta della insufficiente reindustrializzazione della provincia jonica. 
Anche perché i contraccolpi di immagine per il Gruppo tessile da circa un miliardo di fatturato con negozi in ogni angolo dello stivale sarebbero pesanti. 
I lavoratori non fanno mistero di volersi recare ad Alba ogni qualvolta le cose sembrano mettersi male. 
Attenzione puntata ora al Ministero dello Sviluppo Economico dove le parti, impresa e sindacati si dovranno riunire con i gruppi industriali subentranti: Marcolana di Prato a Ginosa e Barbero di Alba a Castellaneta. Il primo impegnato nella produzione di tessuti per abiti, il secondo in prodotti da forno. 
Il prossimo appuntamento riguarderà questi progetti e il loro stato di avanzamento in una condizione più tranquilla avendo sei mesi di cassa integrazione” dice Massafra “ma aspettiamo la convocazione ai primi di Febbraio”. 
L’incontro ha riguardato anche la questione delle anticipazioni dell’incentivo all’esodo che sono corrisposte ai lavoratori in base ad un preciso impegno della ex Filatura e Tessitura di Puglia, così si chiama lo stabilimento pugliese in dismissione della Miroglio. 
Il gruppo ha confermato la volontà di sostenerne finanziariamente l’onere, un fatto sostanziale per i redditi delle famiglie. Non ci sono fughe di notizie sul nodo centrale della trattativa, cioè la rioccupazione dei 225. 
Giuseppe Massafra (al microfono) durante una assemblea all'Alcanices
Per Giuseppe Massafra “siamo ancora fermi alla disponibilità della famiglia Barontini, ma vale la stessa cosa per Barbero. Siamo però dentro ad un percorso che ci fa ragionare con questi soggetti che hanno manifestato al Ministero la loro disponibilità,  non al bar come ha fatto qualcuno o ai giornali come ha fatto qualcun altro. Se però questi soggetti, mi riferisco a Finambient, portano le carte al Ministero io con loro mi metto a ragionare.Non abbiamo preclusioni se le disponibilità manifestate dagli imprenditori portano a rioccupare complessivamente i 225 lavoratori. Se ci resta un’unica soluzione, anche diversa da quelle ora prospettate, ma raggiungiamo l’obiettivo, per noi va bene.” 
Il riferimento è senza dubbio al contatto tra Raffaello Cristini di Finambient e il presidente di Confindustria Taranto Luigi Sportelli. 
Il gruppo che lega una dozzina d’aziende è tornato alla carica con un progetto industriale ed un investimento complessivo di circa 30 milioni di euro denominato Polo Industriale P1. 
Il Presidente di Confindustria Taranto ha dichiarato che sarà suo impegno portarlo a conoscenza delle istituzioni se i suoi esperti lo troveranno valido. 
Il consorzio infatti promette di sviluppare diverse attività da quelle del recupero pneumatici alla depurazione con 400 assunzioni a regime. 
E’ un capitolo del dossier Miroglio che si riapre, una saga infinita che non smette di creare ansia tra gli operai. 
Involontari protagonisti di un serial dai mille colpi di scena.

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