MINERVA, L'ELEGANTE NOME DELLA CASTELLANETA ANTICA

di Nicola NATALE 

Vincenzo Stasolla, Studente di Archeologia 
Sepolture in C.da Minerva Castellaneta e il frammento che ha dato origine alla supposizione
I nomi dati ai luoghi geografici, i cosidetti toponimi, ci dicono molto sulla natura e la storia dei luoghi. Non di rado però questi stessi nomi sono circondati da un impenetrabile mistero che li rende ancora più affascinanti, soprattutto agli occhi di chi per mestiere scava nella storia. Vincenzo Stasolla studente presso la Facoltà di Beni Culturali ed Archeologici di Bari (Sede di Taranto) e lo storico Dario Petrosino basandosi sul “Guidonis Geographica” un documento del VII°  Secolo dopo Cristo  e sulla convergenza casuale di altri documenti sostengono che l’antico nome di Castellaneta fosse Minerva.  La congettura, con forti pretese di scientificità, deriva dal fatto che  alle diramazioni di un antico tratturo ancor oggi esistente, tra i nomi  di Mutula (Mottola) e Mons Campi (Monte Camplo, Laterza) spicca il nome di Minerva che corrisponde visitando i luoghi, proprio alla Contrada Minerva di Castellaneta dove si estendono gli antichi insediamenti datati a partire dall’Età del Bronzo Medio al Tardo-Romano. Il tratturo, un asse viario tra Ginosa e Laterza corrispondente all’attuale Canale e Bosco San Pellegrino (nome forse dovuto ai pastori transumanti o qualche viandante ascetico) e sul quale Stasolla ha compiuto una serie di studi era adibito, dalla remota preistoria ed ancora nel Medioevo, al passaggio delle greggi che effettuavano la transumanza o venivano portati ai vari luoghi di commercio. Da quel tratturo proseguendo nella direzione indicata da Guidone nel suo “Geographica”, si arriva a contrada Minerva.  “Le Grotte” che iniziano di lì a poco potrebbero essere, secondo questa impostazione, una zona periferica dell’allora impianto urbano che vedeva il suo centro in C.da Minerva, citato ancora nella toponomastica di una carta della Terra d’Otranto del 1655.  Non resta che augurare ai giovanissimi studiosi di continuare le loro ricerche e di gettare ancora luce su un passato che, avaro di testimonianze scritte, parla ancora attraverso pietre, monumenti e reperti più numerosi che mai.

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