LE ENERGIE ALTERNATIVE? GRANDI AFFARI PER POCHI.

dall'articolo apparso sul Quotidiano del 28 Ottobre 2011
di Nicola  NATALE
Da sx l'avv. Antonicelli, il segr. SEL Scalera, l'ass.reg. Nicastro, Cristella, Ferrarese, Cassese 
PALAGIANELLO - “Energia alternativa, grande occasione per tutti o affare per pochi?” 
Un convegno importante quanto poco partecipato quello tenutosi mercoledì scorso nella Sala Consiliare per iniziativa del circolo SEL di Palagianello coordinato da Gregorio Scalera. 
Relatori l’Assessore Regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, il Presidente della Provincia di Brindisi Massimo Ferrarese, Giampaolo Cassese della Azienda“Monti del Duca”, l’avv. Mino Antonicelli ed il collega Michele Cristella. 
Dice Ferrarese: "Ho salvato 7.000 ettari della mia Provincia con delle Linee Guida provinciali, poi annullate dal TAR nel 2009. Era l’unico mezzo per bloccare gli specchi. Ho interessato la Procura della Repubblica per impedire  i giochi dei furbetti che frazionavano le superfici richieste in più impianti in modo che risultassero inferiori ad 1 megawatt. Ciò gli evitava la valutazione di impatto ambientale concessa dalla Regione dopo 36 autorizzazioni. La mia terra era come una bambina violentata per strada, non potevo pensare alla perfetta liceità del mio intervento: dovevo salvarla. Dobbiamo già convivere con una centrale a carbone, quella di Cerano, che con 6.000Megawatt dà energia a metà Italia". 
Di denuncia anche l’intervento di Giampaolo Cassese, titolare di una azienda agricola, l’Antica Masseria Monti del Duca di Crispiano di 200 ettari con 53 dipendenti. 
Ci stiamo internazionalizzando con i nostri prodotti ma devo dire che sono in Valle d’Itria: i veleni jonici sono conosciuti dappertutto e dal Nord arrivano continuamente rifiuti speciali”. L’imprenditore parla inoltre del primo impianto a biogas del Sud nella sua azienda agricola, un impianto di oltre 1,8 milioni di  €  che non può essere connesso alla rete perché le linee elettriche pugliesi sono occupate virtualmente da domande di connessione che sono solo speculative. 
Domande nate solo per vendere autorizzazioni anziché realizzare impianti di energia alternativa. L’impianto che consentirà all’azienda di riciclare i suoi scarti (sansa, siero, deiezioni animali)  ed ottenere energia partirà solo a  Novembre con metà della sua potenzialità produttiva. 
L’azienda rischia la chiusura in conseguenza di questo investimento. 
Che strano - commenta l’avv. Antonicelli - parlare solo delle negatività delle rinnovabili che invece avrebbero dovuto dare benefici ambientali ed economici a tutti i cittadini. 
Invece questi vanno a “società, spesso scatole cinesi, a personaggi legati a filo doppio alle amministrazioni in carica. Per l’impianto fotovoltaico in località Masseria Martellotta a Palagianello, abbiamo informato gli Uffici competenti ma è stato tutto inutile, è stato possibile svellere uliveti ed aranceti trasformando addirittura il demanio in impianto fotovoltaico”. 
Un quadro cupo sul quale è poi intervenuto l’assessore regionale Nicastro: 
ero d’accordo con il decreto Romani che impediva alle grosse imprese di accedere agli incentivi, glielo hanno fatto cambiare di notte e non solo la maggioranza; eppure ormai il fotovoltaico si fa con le pellicole sulle facciate dei palazzi, i pannelli sono già obsoleti”. 
Come Assessorato continua il magistrato ora in politica abbiamo dovuto “subordinare, la tutela dell’ambiente alla Sanità in cui la Regione ha competenze dirette; lo Stato di fatti è l’unico organo competente in materia di Ambiente per cui spesso siamo dovuti intervenire con provvedimenti di tutela della salute”. 
Una guerra lunga e durissima quindi perché "non abbiamo fondi, e gli oneri dei ricorsi al Tar sono rilevantissimi". 
Tuttavia conclude Nicastro "non bisogna bloccare le rinnovabili che sono una ricchezza, visto il no al nucleare, alle trivellazioni, all’eolico off shore a tutela del nostro turismo. La nostra responsabilità politica ci impone di dire dei no, anche perché non possiamo certo produrre tutta l’energia rinnovabile richiesta dalla UE all’Italia in una sola Regione". Resta l'amaro in bocca perché le bollette continuano ad essere salate e del business per i comuni cittadini non c'è traccia.

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